Internet delle cose è uno di quegli argomenti di cui tutti parlano e pochi ne capiscono. Purtroppo la confusione è molta e spesso non si sa identificare il reale campo di applicazione dell’IoT oppure si confonde quello che è un semplice smart object (come può essere un moderno smartphone) con un dispositivo IoT puro.
Partiamo quindi dalla definizione, di IoT:
Per internet delle cose si intendono tutti gli oggetti o dispositivi fisici (tangibili nel mondo reale), dotati di un algoritmo, in grado di inviare e ricevere dati presso un’unità decisionale decentralizzata ed eventualmente eseguire delle azioni in base ai dati ricevuti.
Esempi di internet delle cose sono quindi:
- sveglie che anticipano l’orario in base ai dati di traffico
- frigoriferi che ordinano automaticamente la spesa quando si finisce un dato alimento
- semafori che regolano i tempi di verse a seconda del traffico presente in determinati incroci (questo progetto lo abbiamo realizzato noi!)
- FitBand che inviano al telefono i nostri dati di attività fisica giornaliera
- …
Non è invece un dispositivo IoT l’ultimo Apple Watch, in quanto è dotato di una sua autoconsistenza (anche se non connesso ad uno smartphone può comunque telefonare, elaborare dati sulla nostra attività fisica, avviare applicazioni complesse etc….).
Possiamo dunque proseguire con le domande che molte persone si pongono quando si parla di internet delle cose:
- Ha veramente senso avere così tanti oggetti connessi?
- A chi (cosa) serve tutta questa struttura decentralizzata di informazioni?
Partire dalla risposta alla seconda domanda semplifica notevolmente l’analisi.
Per capire a cosa serve l’internet delle cose, bisogna prima di tutto contestualizzare il periodo storico in cui ci troviamo.
Siamo infatti in un’epoca di profondi cambiamenti tecnologici, la tendenza verso l’intelligenza artificiale sta richiedendo alle aziende tecnologiche di sviluppare processori sempre più veloci. Ci troviamo quindi in tasca oggetti smart (come smartphone e tablet) sempre più potenti, ma con un limite tecnologico importante.
Infatti se il progresso va avanti velocissimo per quanto riguarda le memorie ed i processori non è altrettanto veloce con gli accumulatori di energia (le batterie), quindi da ormai 10 anni ci troviamo a litigare con lo smartphone che a sera va ricaricato (sempre che non si sia fatto un uso intensivo durante la giornata).
I nuovi oggetti connessi si inseriscono per tamponare questa mancanza, eseguendo solo operazioni “semplificate” (invio/ricezione di dati e qualche piccola decisione) necessitano di processori meno potenti e di conseguenza il risparmio energetico sarà enorme, con conseguente prolungamento della durata della batteria.
Inoltre il secondo vantaggio (che non va ad agevolare solo il singolo utente, ma l’intera comunità) è che inviare tutti i dati su un’unità decentralizzata aumenta “l’intelligenza” del prodotto.
Provo a spiegarmi meglio.
Immagina di avere una sveglia connessa, che è in grado di anticipare o ritardare l’allarme a seconda dei dati di traffico stradale.
Con un singolo utilizzatore di questo sistema la sveglia si muoverà secondo approssimazioni molto lente (la priorità della sveglia è farci arrivare in orario), quindi in caso di traffico il primo giorno anticipa di 10 minuti il suono, se poi arriviamo puntuali (o addirittura in anticipo) il giorno successivo andrà a modificare il tempo di anticipo di poco…e un passetto alla volta arriverà al nostro tempo ottimale di sveglia per arrivare al lavoro.
Questo se si utilizza una singola approssimazione con un singolo utente.
Se invece ci troviamo davanti a migliaia di utenti che utilizzano la stessa sveglia, il periodo di utilizzo prima di trovare il tempo di sveglia massimo sarà ridotto, in quanto il dispositivo (o meglio la sua intelligenza) avrà a disposizione molti più dati su cui potrà fare diverse elaborazioni e stabilire meglio le approssimazioni da adottare.
Ora invece rispondiamo alla domanda finale: ha senso avere così tanti oggetti connessi?
La risposta non è per niente scontata e banale, e forse per avere una risposta completa e ben argomentata è meglio analizzare anche gli svantaggi di questa tecnologia. Svantaggi che scopriremo nel prossimo articolo, assieme alla risposta che tanto cerchiamo.
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